martedì 27 settembre 2011

Un piatto da re





Mala tempora currunt, almeno dal punto di vista della recessione economica. Illustri economisti dicono che lo scenario è molto vicino a quello del famoso crollo di Wall Street del 1929. E allora un po' di parsimonia anche in cucina non guasta.


Devo dire che la mia filosofia di cucina è di per se improntata al risparmio, al riciclo degli avanzi, al "non si butta via niente". E questo non l'ho solamente appreso da persone come mia nonna, che di guerre ne avevano viste due (quella di Spagna, che però le permise di conoscere mio nonno, un giorno vi racconterò questa romantica storia, e la seconda guerra mondiale) perché la parsimonia è un po' insita nel mio carattere. Il che non significa che non si possano fare delle cose meravigliose anche con molto, molto poco.



Uno dei miei cavalli di battaglia è il pane raffermo. Ormai lo sapete. Se non l'avete ancora fatto, provate le polpette di pane che vi ho proposto ad aprile, altrimenti cimentatevi in questa pasta con le briciole di pane aromatiche e i pomodorini.



Prima di tutto preparate il pane che dovrà essere raffermo. Togliete la crosta (che potete tostare e trasformare in pane grattugiato) e frullate la mollica nel mixer con un poco di aglio (ma anche senza, se preferite), abbondanti erbe aromatiche e capperi dissalati. Intanto fate appassire per 30 minuti i pomodorini spaccati a metà in forno a 180°, con olio, sale, pepe, zucchero ed erbe aromatiche.


Mentre la pasta cuoce, preparate il condimento: in una larga padella fate andare dolcemente quattro cucchiai di olio, peperoncino e tre filetti di acciuga, poi aggiungete il pane aromatico, sollevate un poco la fiamma e fatelo rosolare a fuoco medio finché non diventa croccante.

Quando la pasta è cotta, scolatela, conditela con i pomodorini e con le briciole di pane.

Un piatto da re, con niente.

domenica 18 settembre 2011

Pane carasau, ieri e oggi












Il pane carasau è un prodotto straordinario. E' versatile e si adatta sia alle preparazioni tradizionali, come il pani frattau o guttiau che a piatti raffinati e moderni, come questo che vi propongo oggi.

Si tratta di un finger food composto da un cannolo di carasau ripieno di trota salmonata marinata a secco e salsa di rafano.

La preparazione è un po' lunga, anche se non complessa, ma con una buona organizzazione del lavoro, avrete un risultato veramente eccellente.



Fatevi preparare la trota salmonata dal vostro pescivendolo, dovrete ottenere un filetto senza lische, poi armatevi di pazienza e pinzette ed eliminate la fila di spine dorsale del pesce. Sistematelo su un piatto dove possa stare comodo, spolverizzatelo con un cucchiaio di zucchero e copritelo con un pugno di sale grosso, poi lasciatelo in frigorifero con un peso sopra per almeno 6 ore. Calcolate i tempi di marinatura prima di decidere di preparare questo piatto.



Per i cannoli, bagnate velocemente sotto il rubinetto dell'acqua fredda due fogli di pane carasau, poi disponeteli sopra un foglio di catta da forno senza sovrapporli finchè non diventeranno morbidi. A questo punto tagliate dei rettangoli di circa 7x15 cm di lato e arrotolateli intorno ai cannoli unti di olio. Se non avete i cannoli di alluminio (che sono facilmente reperibili a poco prezzo in qualsiasi negozio di casalinghi) potete utilizzarre della carta argentata compressa e avvolta in carta forno. Non utilizzate solo l'alluminio perché non riuscirete a sfilarli e si romperanno. Prima di metterli nel forno a seccare a circa 200°, ungeteli di olio d'oliva e sale (io ho usato quello nero di Cipro). In forno occorreranno circa 10-15 minuti per far tornare il pane croccante e profumato. Sfilateli con molta delicatezza (preparatene qualcuno in più, nel caso alcuni si rompano...).



Quando avete tutti gli ingredienti pronti e poco prima di servire, preparate una tartare a coltello con la trota salmonata, conditela con olio e pepe e poca cipolla fresca tritata sottilmente, poi sistematela con attenzione dentro il cannolo di carasau. Completate con la pasta di rafano (lo so, non è facile da trovare qui in Sardegna, ma se vi capita di andare in Alto Adige o in Austria, dove è molto utilizzata, ricordatevi di portarne un vasetto con voi). In alternativa potete mettere pochissimo wasabi (che altro non è che rafano verde giapponese), ricordandovi che è molto, molto forte!

Chi si vuole cimentare?

giovedì 15 settembre 2011

Scampoli d'estate



Avrei voluto cominciare a darvi una ricetta autunnale, di quelle che mi piacciono tanto, ma non mi sembra che i 36° che ci attanagliano permettano di parlare di funghi e polenta, quindi vi propongo una ricetta veloce, classica, nella variante di una mia cara amica (e seguace del blog....), bravissima cuoca, alla quale ruberò biecamente l'idea!

La proposta è una caprese arricchita da uno "zoccolo" di melanzana fritta. Cosa ne dite?

Prima di tutto dovrete ovviamente friggere le melanzane, che taglierete all'altezza di circa 1 cm.


un piccolo excursus sulla frittura di questi meravigliosi ortaggi. Le melanzane fritte sono buonissime, piacciono a tutti, ma bisogna rispettare alcune regole per evitare che si impregnino di olio come delle spugne o restino amare. Dopo che le avete tagliate, cospargetele di sale, come se le doveste condire, poi sistematele a strati in uno scolapasta e fatele scolare così per circa mezz'ora. Vedrete che uscirà dalle melanzane abbondante acqua (si tratta di quella amara!). A questo punto asciugatele velocemente con la carta da cucina e friggetele in olio abbondante e ben caldo. Le melanzane dovranno essere immerse e galleggiare nell'olio. Non pensiate che mettendo poco olio le allegerirete. Per renderle più leggere dovete cambiare ricetta....


Ma torniamo alla caprese rubata alla mia amica. Dopo che avrete preparato queste splendide melanzane (non mangiatevele tutte subito con la scusa di assaggiarle....non vi crederà nessuno), sistematele a strati con i pomodoro, la mozzarella, un filo d'olio e del basilico fresco.

Sarà meno dietetica (ma poi, la caprese è davvero dietetica? mah....), ma vuoi mettere....









lunedì 5 settembre 2011

La mia torta preferita

Sono una persona di gusti semplici: la crostata di crema è la mia torta preferita. Mi piace alta, con una frolla profumata e friabile e una crema che profuma di vaniglia. Che buona!!!
Piace anche a voi? E allora preparatela in casa con la ricetta di Cookinglaura.

Prima di tutto dovrete fare la crema. Fate scaldare 1/2 lt di latte in una casseruola con una bacca di vaniglia aperta a metà e raschiata dai semi. In una ciotola capiente mescolate 4 tuorli, 80 gr di zucchero e 50 gr di farina, poi versate parte del latte aromatizzato e versate nuvamente tutto nella casseruola, dove farete cuocere la crema fino a quando non avrà raggiunto il bollore e si sarà addensata. A questo punto fatela raffreddare bene e mettetela da parte.

Preparate la pasta frolla come abbiamo già spiegato in altre ricette: mescolate velocemente (meglio se nel mixer) 200 gr di farina, 100 gr di zucchero, 100 gr di burro, 1 uovo e la buccia grattugiata del limone. Fate una palla e sistematela nel frigo dove la parete riposare per circa 1 ora. Stendetela con il mattarello in una tortiera, versate la crema e decorate la torta con le strisce di pasta rimasta. Decorate con noci o pinoli in superficie e fate cuocere a 170° per circa 45 minuti.
Una vera delizia che riempirà di profumi la vostra casa e vi farà felici...almeno per il tempo che impiegherete a gustarla!

giovedì 1 settembre 2011

Gambero à la page



Primo settembre, l'autunno avanza e l'estate si allontana... Confesso però che a me l'autunno non dispiace affatto, di solito è il periodo dei cambiamenti a livello lavorativo, della ripresa "normale" delle attività dopo la pausa estiva. E poi il mercato in autunno si colora di prodotti speciali e meravigliosi: funghi, i primi carciofi, tanti tipi di cavoli.

Ma oggi voglio fare la nostalgica, dal momento che anche io ho trascorso lunghe vacanze e altrettante ne ha trascorso il mio blog Cookinglaura! Vi propongo uno stuzzichino (amuse bouche se volete un nome più à la page....) perfetto prima di iniziare un pasto di pesce: tartare di gamberi alla maniera di Cookinglaura.


Il gambero crudo è un tabù per molti. Eppure, una volta che si assaggia, di solito viene apprezzato anche dai palati più scettici. E' un sapore forte che, a mio parere, non deve essere troppo "pasticciato" da altri ingredienti.

Questa ricetta è quindi molto delicata e anche di grande effetto.

Prima di tutto preparate i crostini. Affettate molto sottilmente del pane leggermente raffermo e fatelo tostare in forno.


Sgusciate circa 300 gr di gamberi rossi (potete conservare le teste per un fondo o una bisque, oppure, come capita a casa mia, potete mangiare crude anche quelle...), eliminate l'intestino nero dalle code e tritatele a coltello. In una ciotola mescolate i crostacei, un cucchiaino di zenzero tritato, erba cipollina, una punta di peperoncino fresco,1 cucchiaino di succo di limone, 2 cucchiaini di salsa di soya, 1 cucchiaio di olio e.v., sale e pepe. Fate raffreddare in frigo fino al momento di servire, poi sistemateli in piattini monoporzione aiutandovi con un coppapasta e guarnite con il crostino e una fettina di pomodoro.

E dai, che l'estate non è ancora terminata!