sabato 21 dicembre 2013

Menu di Natale low cost 3 - Primo piatto


Cari amici, mi è capitato un piccolo (forse....) contrattempo, mi si è rotto il PC e sono momentaneamente ospite di alcuni amici che generosamente mi hanno prestato il loro. Va da sé che non ho le foto dei piatti che vi avevo promesso, ma vi giuro che appena me lo aggiustano le pubblicherò, promesso!
 
Intanto pubblico il link della puntata di Buongiorno Regione andata in onda ieri su RAI3 che mi ha visto ospite di Flavia Corda per il menu di Natale low cost che vi sto proponendo:
Ed ecco la ricetta del primo piatto:
 
Rotolo di pasta alla ricotta e limone

Ingredienti per 8 persone
Per la pasta:
200 gr di farina 00
100 gr di rimacinato di semola di grano duro
2 uova
poca acqua

Per il ripieno:
400 gr di ricotta
pochi spinaci lessati e strizzati
buccia di limone
parmigiano grattugiato
1 uovo
sale, pepe

Per condire:
Burro
parmigiano
 
Preparare la pasta come per i ravioli di carciofi. Stendere delle sfoglie e unirle su un lato formando una sfoglia unica. Per il ripieno mescolare tutti gli ingredienti e stenderli sulla sfoglia, arrotolare ben stretto in un canovaccio e far cuocere per 20 minuti in acqua bollente salata. Scolare, tagliare a fette e servire con burro fuso e parmigiano.

venerdì 20 dicembre 2013

Menu di Natale low cost. 2 - antipasto

Ecco il sontuoso antipasto di Natale: flan di topinambur con salsa di erborinato, pancetta croccante e noci.
Bando alle ciance, Ecco la ricetta.
Flan di topinambur, salsa di erborinato, pancetta croccante e noci
Ingredienti per 6 persone
500 gr di topinambur
200 gr di latte
200 gr acqua
200 gr di besciamella soda
2 uova
30 gr parmigiano grattugiato
sale, pepe
stampini monoporzione in alluminio

pancetta a cubetti
200 gr di erborinato
100 gr di latte

1 cucchiaino di maizena
noci
Le
ssate i topinambur pelati in acqua e latte per 15 minuti da quando bolle. Scolateli e metteteli nel mixer. Aggiungete la besciamella, le uova, il parmigiano, sale e pepe e frullate fino ad ottenere una crema. Non preoccupatevi se il composto risultasse molto morbido, cuocendolo si rassoderà. Dividete il flan in sei stampini ben imburrati e fate cuocere a bagnomaria in forno caldo a 180° per circa 20 minuti.  Sciogliete la maizena nel latte freddo, aggiungete l'erborinato e cuocete a fuoco molto debole fino a ottenere una salsa. Fate tostare la pancetta in un padellino antiaderente finché non diventa croccante. Versate la salsa nel piatto, sformate il tortino e completate con la pancetta, le noci ed erba cipollina.

giovedì 19 dicembre 2013

Menu di Natale per otto persone a 60 euro? Eccolo! 1 - aperitivo




Cookinglaura vi propone un menu di Natale o Capodanno che comporta una spesa di soli 63 auro per 8 persone. Non ci credete? E invece è possibile. Ma non pensiate che vi proporrò qualcosa di banale, perchè lo sapete, non è da me. Si tratta di un vero menu, raffinato, insolito e davvero squisito. Seguitemi anche su RAI 3 domani mattina alle 7,30 con Flavia Corda a Buongiorno Regione, ecco il link http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-75306a9a-4398-4d32-9d60-597c5e3c1ffb-tgr.html#p=0.
Sul blog vi proporrò una ricetta al giorno, due aperitivi, un antipasto, un primo, un secondo e un dolce.
Ecco gli aperitivi, da gustare con un calice di spumante: paninetti integrali farciti al salmone marinato, zenzero ed erba cipollina e paté di fegatini di pollo.
Cominciamo!

Paninetti integrali al salmone affumicato, zenzero ed erba cipollina (costo 10 euro)
Ingredienti per 40-50 paninetti:
mezza confezione di pane nero Molino spadoni
1 bustina di lievito di birra secco (contenuto nella miscela del pane)
200 gr di salmone marinato a secco (vedi la ricetta sul post http://laurasechi.blogspot.it/2010/09/la-strana-coppia.html )
40 gr di zenzero grattugiato
4 steli di erba cipollina


Preparare il pane seguendo le istruzioni e dosi della confezione. Far lievitare fino a raddoppio del volume poi formare delle piccole palline e sistemarle nei pirottini o nelle formine di silicone. Far riposare altri 30 minuti poi infornare a 180° per 12-15 minuti. Far raffreddare i paninetti, aprirli e farcirli con il salmone tritato e condito con lo zenzero e l'erba cipollina.

Paté di fegatini di pollo (costo 5 euro)
Ingredienti:
300 gr di fegatini di pollo
80 gr di burro
1 scalogno
cognac
marsala
timo
salvia
cannella, zenzero in polvere, pepe
scorza di arancia
sale

Fate soffriggere lo scalogno in 25 gr di burro, aggiungete i fegatini mondati e fate cuocere per circa 5 minuti. Sfumate con il cognac e fiammeggiate, poi aggiungete il marsala e fate sfumare. Aggiungere anche gli aromi e far cuocere per circa 10 minuti. Frullare il composto aggiungendo il restante burro e dopo aver tolto il rametto di timo, aggiustare di sale e pepe. Far riposare in frigo per almeno 1 ora. Decorare con pistacchi e servire concrostini di panbrioche.

Vi è piaciuto?
Allora ci vediamo domani!


domenica 1 dicembre 2013

Le variazioni Golden


Oggi voglio parlare nuovamente delle torte di mele. Gli amanti di Bach mi perdoneranno il titolo, vero? Si, perchè le mele sono un frutto a volte bistrattato, del quel si è persa la stagionalità (ma ricordatevi che quelle fresche sono in autunno) ma che danno in cucina e in pasticceria moltissime possibilità. Ho già messo le ricette di diverse torte di mele nel blog: http://laurasechi.blogspot.it/2012/09/la-stagione-delle-mele.htmlhttp://laurasechi.blogspot.it/2011/11/un-attimo-di-egoismo.html,http://laurasechi.blogspot.it/2010/08/strudel-3000-mt-di-altitudine.html,http://laurasechi.blogspot.it/2010/05/elogio-delle-torte-mele1.html, ma oggi ve ne propongo un altra perfetta per la domenica. Siete pronti? Ecco gli ingredienti:
Per la frolla:
200 gr di farina 00
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 uovo
1 puizzico di sale

Per la crema:
3 tuorli
100 gr di zucchero
65 gr di farina
1/2 lt di latte
buccia di limone

Per decorare:
3 mele golden
zucchero a velo

Preparare la pasta frolla mescolando nel mixer farina, zucchero, burro e sale. Quando avrete ottenuto un briciolame come sabbia bagnata, aggiungete l'uovo intero. Formate una palla, stendetela con il mattarello e ricoprite una teglia di circa 24 cm di diametro, bucherellate il fondo e fatela riposare così in frigo.
Preparate la crema mescolando brevemente in una piccola casseruola i tuorli, la farina e lo zucchero, non montate il composto o la crema verrà con una schiumetta in superficie. Aggiungete il latte freddo, buccia di limone e cuocete fino a che non si addenserà. Fatela raffreddare mettendo la pentola in acqua fredda e mescolando di tanto in tanto per evitare che si formi la pellicola. Potete anche preparare la frollla e la crema il giorno prima. Se siete alla canna del gas, potete usare la pasta frolla surgelata e la crema pronta ma non ditelo a nessuno che ve l'ho detto!
Riempite il guscio di frolla con la crema, poi posizionate le fettine di mela nella crema come si fa con una normale torta. cuocete a 175° in forno caldo per 40 minuti, spolverizzando il dolce con zucchero a velo.
L'ennesima, squisita  variazione sulle mele.




martedì 12 novembre 2013

And the winner is....semifreddo al torrone con salsa di cioccolato!

Ecco il vincitore! Il contest ha decretato che, dopo l'ultima ricetta forse un po' troppo mortificante, fosse un dolce lussurioso a vincere. E io sono pienamente d'accordo!
Ecco allora una ricetta veramente golosa, raffinatissima, che però si può realizzare in casa solamente con qualche attenzione: semifreddo al torrone di Tonara con salsa di cioccolato fondente.
E allora bando alle ciance, a voi gli ingredienti:
4 tuorli d'uovo
120 gr di zucchero semolato
200 gr di panna montata
30 ml di acqua
200 gr di cioccolato fondente
100 gr di latte

Prima di tutto mettete il torrone in freezer dopo averlo tagliato in pezzi di media grandezza.
Poi per realizzare questo dolce dovrete preparare la famigerata pate à bombe, che avrà due obiettivi: per primo pastorizzare le uova che altrimenti sarebbero crude, in secondo luogo rendere il composto stabile. Il semifreddo infatti, a differenza del gelato, non ha per base una crema cotta (inglese) ma l'uovo montato a crudo. Per evitare qualsiasi possibilità di batterio, come la salmonella, lo zucchero viene portato con l'acqua a circa 118° (stadio della grande bolla) e poi versato a filo sui tuorli che nel mentre avrete cominciato a sbattere con le fruste elettriche o la planetaria (meglio perchè vi permette di avere le mani libere). Per preparare la pate à bombe, quindi, mettete lo zucchero in un piccolo pentolino, aggiungete l'acqua e fate cuocere mescolando ogni tanto fino a che sulla superficie non si formeranno delle bolle abbastanza grandi. Se avete il termometro, fatelo arrivare a 118°, come vi ho già detto, poi spegnete e versate a filo sui tuorli. Siccome per fare questa operazione ci vuole un po' di esperienza, vi consiglio di comprarvi il termometro, costa poco e vi servirà per moltissime altre cose.

Detto questo, stiamo montando i tuorli con lo zucchero alla massima velocità, occorreranno circa 10 minuti per ottenere un composto che sia chiaro, gonfio e spumoso. A questo punto, aggiungete la panna montata e poi il torrone che avrete tolto dal freezer e sminuzzato in un mixer. Queste due operazioni vanno fatte a mano e con molta delicatezza ma anche con decisione e senza aspettare troppo per evitare di smontare il composto. Versate il semifreddo in uno stampo rettangolare foderato di pellicola, coprite con altra pellicola e mettete in freezer per almeno 5-6 ore. Sarà meglio preparare il composto dal giorno prima.
Preparate la salsa facendo sciogliere cioccolato e latte e mescolando bene. Fate raffreddare a temperatura ambiente.
Al momento di servire tagliate il semifreddo in fette di circa 3 cm, adagiatelo su un piattino e irrorate generosamente con il cioccolato. L'avevo già detto nell'altro contest? Non fa niente, the winner takes it all!

lunedì 4 novembre 2013

Niente tristezza, è lunedì (e si inizia la dieta)

Oggi è lunedì. Quanti di voi hanno deciso di iniziare la dieta in questo giorno? Del resto, il fine settimana non è certamente il periodo migliore dal momento che si esce con gli amici, spesso per mangiare fuori, il mercoledì o il giovedì sono troppo in mezzo alla settimana e magari i giorni precedenti si è straviziato un poco, il martedì....non ci piace e basta.
Ma il lunedì è veramente un giorno adatto, è l'incipit della settimana, come se si chiudesse un libro per iniziarne un altro. E allora quale migliore ricetta vi posso dare di lunedì se non una dietetica?

Ecco a voi la zuppa di finocchi con verza e piselli, ottima per depurarvi ma senza (troppa) mortificazione. Ecco l'occorrente per 4 persone:
1 grosso finocchio
100 gr di piselli surgelati
100 gr di verza tagliata a striscioline
5 cucchiaini di olio evo
sale
pepe (se piace)

Armatevi di pentola a pressione e versateci il finocchio tagliato grossolanamente, coprite con circa 1/2 lt di acqua, salate leggermente e fate cuocere per 20 minuti dal fischio.
Fate sfiatare e frullate bene con il minipimer fino ad ottenere una crema vellutata. Se dovesse risultare troppo liquida, fatela cuocere ancora per qualche minuto sulla fiamma a pentola aperta.
In una piccola pentola a parte bollite i piselli per 5 minuti, poi scolateli e metteteli da parte. In un padellino versate un  cucchiaino di olio, aggiungete la verza e fatela saltare per qualche minuto finché non sarà appassita. Versate la minestra di finocchio nelle fondine e copletate con i piselli e la verza, completando con un cucchiaino di olio per ciascun commensale.
Neanche 100 calorie per cominciare bene la vostra dieta!

giovedì 24 ottobre 2013

Rapido e squisito: fichi, chévre e pancetta al timo


I fichi mi piacciono più in abbinamento con il salato che come frutta o nei dessert. Il fatto di essere così dolci e profumati, fa sì che si abbinino proprio con i sapori forti del prosciutto o della pancetta e permettano di creare dei piatti di grande raffinatezza.
La mia proposta di oggi è veloce come questo post:  uno stuzzichino da preparare all'ultimo momento, che si può proporre prima di un pranzo o una cena autunnale. Si tratta di fichi ripieni di chévre, avvolti nella pancetta e profumati con il timo. Semplicissimo, ma assolutamente delizioso e semplice da preparare.
Vi serviranno solamente 10 minuti: prendete i fichi e tagliateli a metà, tagliate a fette spesse 1 cm il formaggio chévre, quello cilindrico francese, ormai facile da trovare in qualsiasi supermercato, arritilate ciascun mezzo frutto ripieno con una fetta di pancetta affettata sottile e completate con un piccolo rametto di timo, come nella foto. Poco prima di servire, fate scaldare in forno caldo a 200° per circa 5 minuti.
Non è magnifico?

martedì 8 ottobre 2013

Il sapore della mia terra



Nella mia zona, l'Oristanese, i ravioli si fanno così: formaggio pecorino di giornata, quello non salato, erbette (poche) e buccia di limone. Quando ero bambina fare i ravioli era un rito. Ci si metteva nel pomeriggio e si lavorava per ore, poi si congelavano per averli come scorta. chiudere i ravioli eraun lavoro che adoravo, guardavo i movimenti delle mani di mia nonna e facevo lo stesso. E' così che ho imparato.
Dovete credermi, il connubio formaggio - limone è fantastico e conferisce un aroma unico al piatto. Solitamente il condimento è il sugo, con o senza carne, ma io ho voluto provare una nuova ricetta apportando qualche modifica anche al ripieno. Ho sostituito quindi le erbette con della menta fresca e poi li ho conditi con un ragù di agnello in bianco, come vedete nella foto. Il risultato è spettacolare perchè l'agnello si sposa benissimo con la menta, come sanno gli Inglesi, ma anche con il limone.

Cominciate con il preparare i ravioli. Vi occorreranno:
300 gr di rimacinato di semola di grano duro (granito)
200 gr di farina 00
3 uova
2 mezzi gusci di acqua
Per il ripieno:
500 gr di formaggio pecorino di giornata
la buccia grattugiata di 1 limone
un ciuffetto di menta
1 uovo intero
sale

Per prima cosa preparate la pasta: impastate tutti gli ingredienti anche nell'impastatrice, se la avete, e quando sarà liscia e omogenea modellate una palla, avvoletela nella pellicola e fatela riposare per mezz'ora.
Preparate il ripieno mescolando tutti gli ingredienti insieme nel mixer a lame. Frullate bene, dovrete ottenere una pasta abbastanza compatta da poterla modellare in palline. Stendete la pasta con la macchinetta, fermandovi alla penultima tacca, sistemate le palline di formaggio ben distanziate, chiudete togliendo bene l'aria e tagliate i bordi con una riotella tagliapasta. Se dovessero essere troppi, congelateli pure nel freezer.

Per il ragù di agnello gli ingredienti sono questi:
500 gr di polpa di agnello o agnellone disossata
150 gr di carota, cipolla e sedano
vino bianco secco 1/2 bicchiere
aromi (salvia, rosmarino, bacche di ginepro)
farina 1 cucchiaio
sale, olio evo
brodo vegetale

E' semplicissimo, credetemi, e se volete fare più in fretta, usate pure la pentola a pressione, non preoccupatevi! Premetto che per questa ricetta preferisco l'agnellone rispetto all'agnello come si usa in Sardegna perchè c'è meno scarto ed è più polposo.
Fatevelo disossare dal macellaio, poi tagliatelo a coltello a dadini piccolissimi. non tritatelo, ne va del risultato finale. Fate rosolare la carne in 4 cucchiai di olio, aggiungete le verdure e fate andare ancora per circa 5 minuti, spolverizzate con la farina e fatela tostare per 1 minuto ancora. A questo punto aggiungete il vino e fatelo evaporare, poi coprite con il brodo a filo, aggiungete gli aromi e il sale e fate cuocere a lungo a fuoco lento. Se usate la pentola a pressione basterà 1 ora, senza ne occorreranno quasi 2.
A questo punto avete tutto pronto. non resta che cuocere i ravioliper 3-4 minuti in acqua bollente salata, condirli con il ragù di agnello e spolverizzarli con parmigiano.
Questo è il sapore della mia terra.

sabato 28 settembre 2013

Le regole della fregola



Sulla fregola sarda non transigo. La potete usare per mille preparazioni, ma ci sono alcune regole ferree per riconoscere quella vera e per cucinarla. Prima di tutto non deve essere tagliata. Rifuggite assolutamente dalla fregola tagliata a macchina. Questo tipo di pasta è come un cous cous, solo più grosso, quindi deve essere fatta a mano facendo assemblare la semola con l'acqua e niente più. La regolarità del chicco non importa, conosco persone capaci di fare una fregola con i chicchi tutti uguali mentre in altre zone, soprattutto del cagliaritano, trovate una fregola irregolare ma sempre buonissima.
Non importa se la preparate in brodo (come si usa a Cagliari) o asciutta, l'importante è che la facciate cuocere come un risotto o comunque nel brodo, senza farla bollire in precedenza. Ecco tutto.

Io l'ho usata per preparare una zuppetta di pesce povero e ricco con fregola, leggermente piccante, una vera delizia!
Ecco cosa vi serve per 4 persone:
1 kg di pesci da zuppa (serrani o saragne, pesci re, scorfani, aragne, tracine, etc...)
4 scampi
4 gamberi rossi
1 carota media, 1 cipolla media, 1 gambo di sedano
1 spicchio di aglio
3 pomodori medi molto maturi
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio evo 3 cucchiai
peperoncino, basilico

Siccome detesto la zuppa di pesce piena di spine, per prima cosa pulisco e sfiletto i pesci, eliminando tutte le spine. Ottengo così dei filetti che possono essere mangiati anche in un solo boccone. Mi raccomando, conservate le lische e le teste perchè le userete per il brodo. Scusciate anche i gamberi e conservate le teste e i carapaci. In una casseruola alta fate soffriggere le verdure a grozzi pezzi (escluso il pomodoro) per 3 minuti circa, aggiungete le teste e le lische dei pesci e dei gamberi, sfumate con il vino, aggiungete i pomodori, il peperoncinoe 1 lt di acqua freddissima. Fate bollire per circa 30 minuti, poi frullate e passate al colino. Otterrete il brodo. Cuocete la fregola (per questa preparazione va meglio quella media) per 5 minuti circa nel brodo, poi aggiungete i pesci e i crostacei e continuate la cottura per altri 5 minuti circa.
Et voilà! La vera fregola è pronta!


sabato 14 settembre 2013

Come un vestito


Le creme di verdure sono come la petite robe noir di Chanel, sono adatte a tutte le stagioni e a tutte le occasioni: per un pranzo veloce, leggero e giornaliero o per aprire una cena più importante. Dipende dagli "accessori", con cui la guarniamo. Per un pasto da tutti i giorni possiamo aggiungere pasta o riso, cotti a parte, ceci o lenticchie solamente bolliti, oppure, per una cena dal sapore ancora estivo e fresco possiamo guarnirla con della mozzarella fiordilatte o di bufala, come nella foto. In ogni caso, il risultato è sempre un piatto squisito, leggero e soprattutto velocissimo!
La parola d'ordine è infatti velocità. Le verdure devono mantenere il loro gusto e il loro colore, quindi non devono essere stracotte. Per quanto riguarda il colore, poi, è come per vestito, se siete in vena di arancione fate prevalere le carote e la zucca, se vi piace il verde, zucchine e spinaci sono le più adatte, ma non trascurate anche il bianco, con le patate e il topinambur.

Ecco la ricetta per quella che ho preparato io. Vi serviranno i seguenti ingredienti per 4 persone:
2 zucchine medie
1/2 cipolla bianca
100 gr di fagiolini
1 patata piccola
1carota
qualche foglia di bietola
acqua 1/2 lt circa
sale, olio evo
mozzarella di bufala

Per prima cosa taglierete tutte le verdure a cubetti e metterete tutto in una casseruola non troppo grande. Non preoccupatevi troppo della dimensione perchè poi frullerete tutto. Per i più pigri: potete anche usare la pentola a pressione e ridurrete della metà i tempi. Coprite a filo con l'acqua a freddo. Questo passaggio è molto importante: meglio che l'acqua sia poca (potete sempre aggiungerne altra) piuttosto che troppa. La crema deve infatti essere spessa nel modo giusto, non una brodaglia liquida che non riscuoterà nessun successo! Aggiungete un po' di sale e un poco di olio, non troppo perchè ne aggiungerete a crudo, poi mettete sul fuoco con un coperchio. I tempi di cottura: con la pentola a pressione saranno sufficienti 15 minuti dal fischio, senza, dovrete lasciar cuocere la zuppa il doppio. Controllate che la minestra non sia troppo liquida, poi frullatela con il frullatore ad immersione e fatela intiepidire.

Ora tocca a voi. Così come la mattina scegliete il vestito a seconda dell'umore, qui potete scegliere ugualmente cosa fare, se mangiarla fredda oppure leggermente scaldata. La mia era a temperatura ambiente, guarnita semplicemente con la mozzarella tagliata a pezzi, un filo d'olio e una foglia di basilico (che potete aggiungere anche alla zuppa quando la frullate).
Ecco fatto! Semplice e veloce. Proprio come cambiare vestito.


mercoledì 4 settembre 2013

Il calamaro è pieno di se stesso


Vi piace questo post? E' il risultato di un piccolo contest culinario che ho messo su facebook. Ho chiesto ai miei amici di votare fra tre ricette da pubblicare sul blog. Chi non ha partecipato ed è curioso di sapere quali sono le restanti due, può andare sul profilo Facebook di Cookinglaura, mettere il like e leggere il post. Comunque, tra tutte ha vinto sicuramente il calamaro ripieno di se stesso. Il che non vuol dire che il calamaro sia altezzoso (vabbé, lo so che non fa ridere, ma concedetemela), ma che per il ripieno userete i suoi tentacoli che andranno prima cucinati insieme ad altri pochi ingredienti e poi inseriti nella sacca.
Si tratta di una ricetta della mia famiglia. La preparava mia nonna, poi mia mamma, mia zia, sempre uguale, o quasi. Io ho aggiunto i pomodorini cherry in cottura che, secondo me,  arricchiscono l'intingolo e aggiungono colore. E allora, ecco cosa vi serve per realizzare questo ottimo secondo piatto per 4 persone:

800 gr di calamari di media grandezza
50 gr di cipolla rossa
1 spicchio di aglio
1 pomodoro secco
erbe aromatiche (basilico, origano fresco)8
100 gr di pane grattugiato
1/2 tazzina da caffé di vino bianco secco
olio evo
300 gr di pomodorini
peperoncino

Se non siete pratici nella pulizia dei calamari, affidatevi al vostro pescivendolo, che sarà ben contento di farlo per voi. Per i Cagliaritani: al mercato di San Benedetto lo fanno quasi tutti se glielo chiedete.
Tritate grossolanamente i tentacoli dei molluschi, tritate anche la cipolla, il pomodoro secco e un po' dello spicchio di aglio (abbiate fiducia, non prevarrà assolutamente ma è un aroma necessario!), poi fateli soffriggere dolcemente in una padella bassa con 4 cucchiai di olio. Aggiungete i tentacoli dei calamari, alzate la fiamma e fate andare velocemente per 1 minuto, finché non cambiano di colore, poi sfumate con il vino bianco, cuocete ancora per 1 minuto e aggiungete il pane grattugiato, facendolo dorare. Salate, aggiustate di peperoncino e di aromi e spegnete.

Con questo composto riempite le sacche dei calamari senza renderle troppo ciccione, o si spaccheranno in cottura, sistematele ordinatamente in una pirofila da forno senza lasciare troppi spazi vuoti, ricoprite con i pomodorini tagliati a metà, salate e condite con abbondante olio evo. Se non li cuocete subito, potete anche conservarli in firgo o in freezer.
Per la cottura, accendete il forno a 200° e fatelo scaldare bene, poi fate cuocere per 12 minuti, non uno di più. Sfatiamo infatti un mito: il calamaro più lo si cuoce, più diventa stopposo, mentre vedrete che questo tempo di cottura è praticamente perfetto.
Vi è piaciuto il calamaro ripieno di se stesso? Del resto, the winner takes it all!

venerdì 30 agosto 2013

Paté con scarto


Una volta ho visto un programma televisivo nel quel si diceva che le uova di pesce erano uno scarto e che non si mangiavano. Confesso che la cosa mi ha fatto inorridire, non solo pensando alla bottarga ma soprattutto al fatto che in casa mia le uova del pesce sono sempre stata la parte più prelibata, oggetto di contesa tra sorelle, genitori, e commensali in generale.

Considerate che ne potete fare tanti usi perchè sono veramente squisite. Quello che vi propongo oggi è un delizioso paté, delicato e saporito allo stesso tempo, ma anche molto raffinato e insolito.Pprima di tutto dovrete procurarvi le uova del pesce; ciò vuol dire che dovrete aver comparto un pesce grande (spigola, muggine, pagello, qualsiasi pesce va bene!), ovviamente femmina e con le uova, oppure dovrete avere la fortuna di trovarlo al mercato, venduto separatamente. In generale i pescivendoli riescono a vedere se le uova ci sono, toccando la pancia, quindi, se non siete esperti, fatevi consigliar da lui.

Una volta procurata la materia prima, lessate le uova in acqua bollente salata per circa 15 minuti, poi scolatele ed eliminate la membrana che le ricopre. Fate questa operazione a caldo, altrimenti sarà più difficile.
Ora potrete procedere a montare il paté. Aggiungete alle uova del burro morbido a pomata (circa 80 gr per 200 gr di uova), un cucchiaino di senape di Digione (mi raccomando, non risparmiate sulla qualità della senape, evitate come il fuoco quelle in tubetto commerciali!), una spruzzata di cognac, poche gocce di worchester sauce, sale e pepe. Mescolate gli ingredienti a mano per non sminuzzare le uova, poi sistemate il composto in una ciotola e conservatelo in frigo. Servitelo con crostini, dopo averlo fatto riposare a temperatura ambiente per circa un'ora.
Altro che scarto!!

sabato 24 agosto 2013

Ritorno in dolcezza (Crumble di mandorle e timo alle pesche)


Le vacanze si avviano al termine, ma c'è ancora qualche giorno e me lo voglio godere tutto. Stamattina mi sono svegliata presto, ancora in terra di Francia dove abbiamo trascorso bellissimi giorni, ma è sabato e tutti dormono ancora, così ho pensato di approfittarne per pubblicare una ricetta che mi piace molto, il crumble.

Non fatevi spaventare dal nome, si tratta solamente di una frolla sbriciolata, che racchiude un ripieno morbido di frutta. E' un dolce che io adoro perché è velocissimo, non richiede alcuna abilità particolare ed è di grande gusto e  raffinatezza. Insomma, è adatto soprattutto a quelle persone che non hanno molto tempo ma vogliono preparare con le proprie mani un dolce e fare una bella figura.
Quello che vi propongo oggi è un crumble di mandorle e timo alle pesche, servito con gelato al cioccolato amaro. Siete pronti a rimettervi ai fornelli? Via!

Vi serviranno i seguenti ingredienti:
100 gr di farina
100 gr di farina di mandorle
80 gr di burro freddo
100 gr di zucchero
alcuni rametti di timo fresco
una presa di sale
4 pesche
gelato al cioccolato amaro
Preparate l'impasto mettendo nel mixer a lame tutti gli ingredienti eccetto le pesche (e il gelato, naturalmente....). Fate andare velocemente e poi mettete a riposare in frigo. Sbucciate le pesche e tagliatele a fettine. Sistematele sul fondo di una teglia possibilmente in ceramica e spolverizzatele con quattro cucchiai di zucchero. Prendete l'impasto con le mani e sbriciolatelo grossolanamente sulla frutta. Non dovrete fare molta attenzione nel fare questo lavoro, anzi, siate grossolani: dovrete ricoprire le pesche in maniera informe. Mettete in frigo a raffreddare e intanto riscaldate il forno a 180°, poi fate cuocere per circa 30 minuti. Potete servirlo freddo o tiepido, io lo preferisco ancora caldo (ma non bollente, ovviamente), con il gelato a fianco, come lo vedete nella foto.
Il ritorno dalle vacanze non sarà mai stato più dolce!



lunedì 5 agosto 2013

Che pizza! (Ovvero: appunti di sciovinismo culinario)


Che tutto sia relativo, non c'è dubbio. Anche in cucina. Parliamo della paternità delle ricette: uno dei maggiori motivi di sciovinismo culinario è la pizza. Gli italiani, e in particolare i napoletani, ne gridano la paternità a gran voce. Eppure gli americani sono convinti di averla inventata loro. E in effetti, se ci pensate, gli americani hanno inventato la loro versione della pizza. Perché la pizza americana non ha niente a che vedere con quella napoletana e quindi un po' di ragione ce l'hanno: hanno inventato la pizza americana con pepperoni, che non sono i peperoni ma è una specie di salame.

Ma oggi voglio fare la provocatrice, perché vi dico che l'antenato della pizza è nato a Nizza, in Francia, e quindi la pizza ha origini francesi. L'antenato provenzale si chiama pissaladiére. Questa squisita focaccia risale al XVI secolo. L'assonanza del nome 
con  pizza è solo, per l'appunto, un'assonanza. L'etimologia è completamente diversa e il nome del piatto francese deriva da pissalat, cioé "pesce salato" perché questa deliziosa focaccia è a base di cipolle e acciughe sotto sale. 
E allora siete pronti ad abbandonare le vostre convinzioni? Iniziamo.

Prima di tutto preparate la pasta. Vi serviranno 500 gr di farina manitoba o buratto, 7 gr di lievito di birra secco, 270 ml di acqua e due cucchiai di olio. Impastate gli ingredienti per circa 10 minuti nell'impastatrice e aggiungete un cucchiaino di sale solo nell'ultimo minuto. Fate lievitare in frigo per circa 12-16 ore,poi stendetela in una teglia e fatela riposare circa 1 ora a temperatura ambiente.
Tagliate 1 kg di cipolle dorate o bianche e fatele appassire dolcemente in quattro cucchiai di olio con un rametto di timo e poca acqua. ci vorranno circa 10 minuti. Salate e aggiungete del peperoncino solo alla fine.
Fate raffreddare le cipolle poi stendetele sulla pasta e terminate con i filetti di acciuga disposti a grata, come nella crostata. Condite con un filo di olio e del timo sfogliato, poi fate cuocere in forno caldissimo a 250° per circa 15 minuti. Servite la pissaladiére a tranci, ancora tiepida ma non bollente e poi fatemi sapere.
Non è meglio essere cuochi cittadini del mondo?


lunedì 22 luglio 2013

Summer Paradise


Preparare i dolci è la mia passione. Mi piace soprattutto lavorare il cioccolato e adoperarlo per creare dolci soffici da accostare a creme o gelati. Una volta ho mangiato in Sicilia uno splendido sorbetto al gelsomino, del quale avevo poi sperimentato con discreto successo la ricetta. Si tratta di un dolce rinfrescante e incredibilmente profumato, che lascia un gusto estivo e delicatissimo in bocca e mi è restato come ricordo ancora dopo tanti anni.
L'altro giorno, quindi, avendo delle pesche splendide e profumate ed essendo dotato il mio minuscolo cortile di una pianta di gelsomini, ho deciso di fare un esperimento e creare un dessert che unisse due mie grandi passioni: il sorbetto al gelsomino (qui in versione pesca-gelsomino) e il fondant al cioccolato, un dolce morbidissimo e cremoso,di una semplicità incredibile, quasi quanto la sua raffinatezza. Il connubio è perfetto, ve lo assicuro, e per questo vi racconto come ho fatto, perché lo dovete assolutamente provare. L'ho chiamato Summer Paradise, consentitemi la licenza, tanto per darmi un tono....

Per il fondant al cioccolato.
100 gr di cioccolato fondente
60 gr di burro
40 gr di zucchero a velo
2 uova intere

Per il sorbetto pesca e gelsomino:
300 ml di acqua
120 gr di zucchero semolato
500 gr di polpa di pesca frullata
Una manciata abbondante di fiori di gelsomino lavati

Per completare:
Due pesche tagliate a cubetti
Rum
Foglie di menta fresca
Zucchero a velo

Cominciate a preparare il sorbetto, che è la cosa più lunga. Preparate uno sciroppo facendo bollire l'acqua con lo zucchero finché non sarà completamente sciolto. Spegnete e aggiungete i fiori. coprite e lasciate in infusione per almeno due ore, facendo raffreddare. Mettete in frigo e aggiungete la polpa di pesca frullata, poi mettete nella gelatiera e fatela andare. Conservate il freezer fino al momento di servire.
Per il fondant: sciogliete il cioccolato e il burro al microonde alla massima potenza per circa 1 minuto. Montate le uova con lo zucchero e aggiungete il composto di cioccolato, poi mettete nel forno caldo a 150° a bagnomaria per circa 20-25 minuti (deve restare morbido).
Fate raffreddare completamente in frigorifero.
Fate marinare le restanti pesche a cubetti di media grandezza nel rum e due cucchiai di zucchero, conservando anch'esse in frigo.
Al momento di servire mettete nel piatto una quenelle di sorbetto, alcuni cubetti di fondant e altrettanti di pesca marinata. Decorate con una spolverata di zucchero a velo e foglie di meta fresca.
E poi ditemi che non è paradisiaco!



venerdì 12 luglio 2013

Il gusto della semplicità



Oggi pranzo all'aperto! Cosa c'è di più piacevole in una giornata estiva? Noi abbiamo la fortuna di avere un piccolo cortile, con bouganvillea, albero di limoni e le mie adorate piante aromatiche. Così mi piace allestire una tavola semplice nel piccolo tavolino, con qualcosa di semplice ma gustoso, da servire con un bicchiere di Carignano del Sulcis, il mio vino preferito.

La frittata di zucchine è proprio quello che ci vuole. Mi direte: "Ma come, una semplice frittata di zucchine? Ma la fanno tutti!!". E' vero, la fanno tutti. Non c'è festa o buffet casalingo che non abbia la sua frittata di zucchine o l'orrida frittata di piselli (scusatemi ma la odio!!!!). Ma bisogna vedere come è stata realizzata.
Quella che vi propongo io è la ricetta classica, niente forno, avrete bisogno della padella, possibilmente antiaderente e di pochi ingredienti: due zucchine di media grandezza, uno spicchio di aglio,quattro uova, due cucchiai di parmigiano grattugiato, olio evo, sale e pepe. Nada mas!

Prima di tutto preparate le zucchine. nella padella antiaderente fate scaldare tre cucchiai di olio con lo spicchio di aglio pelato e schiacciato, aggiungete le zucchine tagliate a rondelle sottili e fatele cuocere per circa 6-7 minuti a fuoco veloce, senza aggiungere liquido e mescolando continuamente. E' importante non aggiungere nessun liquido e salare solo alla fine per non far fuoriuscire il loro. Questo tipo di cottura vi permetterà di mantenerle croccanti e di evitare l'effetto "bollitura".

Mettetele in un piatto fondo e aggiungete le uova battute, sale, pepe e parmigiano, mescolando velocemente.
Versate il composto nella stessa padella in cui avete cotto le zucchine, e cuocete circa 5 minuti per lato. Girate la frittata con gesti veloci e sapienti (magari fatelo nel lavandino, in modo da fare meno danni in caso di incidenti!) con l'aiuto di un piatto piano o di un coperchio piatto. Non abbiate paura, se non lo sapete fare, esercitatevi con una frittata piccola, l'importante è che siate svelti e decisi nel movimento. Servite a temperatura ambiente, magari insieme a una fetta di prosciutto o a un formaggio fresco.
Et voilà! Il pranzo è pronto!

lunedì 8 luglio 2013

Ebony and ivory


Vi ricordate la canzone di Paul McCartney e Stevie Wonder, Ebony and ivory, parlava  dei tasti bianchi e neri del pianoforte ma ovviamente faceva riferimento all'integrazione razziale e mi ricordo che a me piaceva moltissimo. Avevo 14 anni allora e la mettevo continuamente nel giradischi, senza tregua, anche dieci volte di seguito.
Anche il riso può essere bianco e nero, lo sapevate? Quello nero si chiama Venere. è molto pregiato e si sposa molto bene con il pesce e con le verdure. Se mescolato con  altro riso bianco, come il Thai, molto aromatico, si  ottiene una mescolanza perfetta, raffinatissima e adatta per una cena o un pranzo importante. Insomma, la ricetta di oggi è di grande effetto e vi farà fare una bellissima figura anche con i commensali più raffinati, ma è anche molto comodo da preparare. Insomma, massimo risultato con poco sforzo (ma qualche accorgimento sì...).
Ecco gli ingredienti per 8 persone:
300 gr di riso thaigamber
100 gr di riso venere
1 limone
zenzero 100 gr
fagiolini 150 gr
carote 100 gr
zucchine 300 gr
asparagi coltivati 1 mazzo
calamari 300 gr
cozze 1 kg
gamberi sgusciati 200 gr
cipolla fresca 50 gr
olio evo
sale, pepe
Prima di tutto preparate il riso separatamente: fate bollire quello venere per 45 minuti in acqua salata abbondante e cuocete quello Thai per assorbimento con il doppio del suo peso in acqua e un cucchiaino di sale. Mettete entrambe a freddo nelle pentole, per il thai, coprite e appena bolle fate abbassate il fuoco, contando circa 12 minuti da quando inizia il bollore. Scolate bene il venere e mescolatelo all'altro in una boule, fate intiepidire e condite con olio eco, succo di mezzo limone e la buccia grattugiata. Fate intiepidire e poi pressate in stampini o in uno stampo unico con il buco, unti precedentemente con olio.
A questo punto preparate il condimento. Aprite le cozze senza niente e sgusciatele, tagliate tutte le verdure a cubetti regolari, sbollentate gli asparagi e i fagiolini separatamente per 7 minuti in acqua bollente, tenete da parte le punte degli asparagi e tagliate i gambi a rondelle e i fagiolini a trancetti di 1 cm.
In una larga pentola fate scaldare quattro cucchiai di olio con la cipolla e lo zenzero tritato, aggiungete le zucchine e fatele saltare a fuoco vivace per tre minuti. Aggiungete le altre verdure e fatele insaporire per altri tre minuti circa, poi aggiungete il pesce e fatelo cuocere velocemente per circa altri cinque minuti, salate e pepate. Fate intiepidire il composto e servitelo a temperatura ambiente con il riso. E' un piatto adattissimo alla stagione estiva e perfetto per un buffet. Nella foto mancano i gamberi e le cozze ma io vi consiglio vivamente di aggiungerli.
E poi assaporatelo facendo ascoltare ai vostri ospiti la canzone di Paul e Steve, perché "ebony and ivory live together in perfect armony"!


venerdì 28 giugno 2013

Mezz'ora molecolare



Quanto avete di tempo? Mezz'ora? Tranquilli, bastano. La ricetta di oggi è bellissima, buonissima, raffinatissima, insomma, il massimo!
Certo, se non vi piace il crudo di pesce, siete fregati. Ma se invece come me lo adorate, questo è il post che fa per voi. Avete visto le foto? si tratta di gamberi rossi crudi con finto caviale di soia. La cosa più complicata è il finto caviale, ma non datevi per vinti, seguite i miei consigli.

Prendete 100 ml di salsa di soia e allungatela con altrettanta acqua. Versatevi 8 gr di gelatina in polvere (si chiama anche agar agar, la trovate nei negozi specializzati per dolci), mettetela a freddo nel composto e portate ad ebollizione per circa due minuti. Intanto avrete fatto raffreddare in freezer per circa mezz'ora un fondo di olio di semi in un contenitore basso e largo.
Ora finalmente userete quella siringa che nessuno vi ha insegnato  a usare per fare le punture. Togliete l'ago, prendete la soia bollente con  la siringa e versatela a gocce nell'olio freddo. Fatto! Per non far innalzare la temperatura dell'olio, ogni tanto fermatevi e rimettete in freezer per alcuni minuti.

Ora che avete il condimento, preparate i  gamberi. Calcolatene due o tre per commensale, sgusciateli, apriteli a libro eliminando il budellino, sistemateli graziosamente in un piatto da portata, irrorateli con poco succo di limone, sale, pepe, timo limoncino e infine il caviale. Servite con orgoglio sentendovi dei grandi chef, anche vagamente molecolari.... Perchè a volte basta solamente mezz'ora....

domenica 16 giugno 2013

Se avete preso un granchio


Chi di voi ha visitato un paese atlantico avrà sicuramente assaggiato quei meravigliosi granchioni con le chele enormi, che vengono serviti in tanti modi, a seconda del paese in cui ci si trova. Mi è rimasto nel cuore un hotel di Portimao, in Portogallo, Pensao Penguin, gestito da una signora inglese e dove avevamo trascorso una vacanza magica. La camera aveva un balcone da cui scendeva una scalinata che portava direttamente in spiaggia. Era veramente magnifico, lo consiglio davvero a tutti i miei lettori.
Di quella vacanza mi ricordo anche alcune scoperte culinarie, come il piri piri, il paté di sardine, e il granchione, che ci avevano servito semplicemente lessato e tagliato a metà, con una salsa cocktail. Armati di martelletti, avevamo aperto i crostacei e gustato il sapore dolciastro e delicato della polpa.

Avrete visto che da qualche anno è possibile trovare i granchi anche nei nostri mercati. Se decide di comprarlo, ricordatevi una cosa fondamentale: deve essere vivo. Purtroppo non potete derogare a questo fatto, se vi fa impressione, metteteli nel congelatore per una mezz'oretta prima di bollirli almeno per non fare la fine di Diane Keaton in Io e Annie.... Perchè prima di tutto dovrete lessarli.
Vi servirà una grossa pentola con abbondante acqua salata bollente, nella quale immergerete i granchi per 15 minuti a partire dalla ripresa del bollore. A questo punto li potete scolare e conservare in frigo avvolti in un panno bagnato anche per 24 ore.
Potete scegliere poi di mangiarlo nature, accompagnato da una salsa, come lo avevano servito a noi in Portogallo, oppure in una insolita pasta, molto raffinata e dal gusto speciale, come vedete in foto. La ricetta di oggi è proprio la pasta al granchione e favette. Io ho scelto i paccheri, perchè è un tipo di pasta che si adatta molto bene al pesce e ha la giusta consistenza.

Per quattro persone vi serviranno i seguenti ingredienti:
350 gr di paccheri
1 granchione
150 gr di favette sbucciate e pelate (è fondamentale che siano pelate: sbollentatele pochi minuti in acqua bollente e la pelle verrà via velocemente!)
100 gr di dadolata piccolissima (brunoise) di carota, sedano e cipolla
uno spruzzo di vino bianco secco o cognac
40 gr di burro
2 cucchiai di olio evo
sale, pepe

Mettetevi al lavoro, perché non ve ne mancherà: aprite il granchione lessato e freddo e spolpatelo pazientemente, armati di schiaccianoci per le chele e di mani per il resto. Vi consiglio di non usare coltelli o altro, usate le dita, in maniera da togliere la polpa ed eliminare le parti dure. E' un lavoro seccante, ma è fondamentale per la buona riuscita del piatto. Il condimento è molto veloce, quindi lo potete preparare mentre cuociono i paccheri.
In una sauteuse sciogliete il burro con l'olio e fate soffriggere dolcemente la brunoise di verdure per circa 3 minuti, aggiungete il granchio e le fave e fate insaporire per 1 minuti circa. Sfumate con il vino (se usate il cognac, fiammeggiatelo per togliere il gusto amaro dato dall'alcol), salate, pepate e spegnete. Quando la pasta è cotta al dente, scolatela e fatela mantecare nel condimento con un mestolo dell'acqua di cottura. Servite ben caldo.
E' vero, avete faticato come pochi, ma il risultato è magnifico, adatto anche per un pranzo o una cena importante. E voi potrete pensare di essere in vacanza in Portogallo, magari alla Pensao residencial Penguin.... (andateci, ne vale la pena!)

mercoledì 12 giugno 2013

Falso d'autore



Oggi ho due domande per voi. La prima: vi piacciono le verdure? A me molto. Sulla mia tavola non mancano mai e non solamente come contorno, ma anche come piatto principale. Non ho preferenze di stagione, mi piacciono veramente tutte: quelle invernali come i cavoli, quelle primaverili come le favette e gli asparagi, che uso per primi piatti meravigliosi con pancetta e menta fresca, quelle estive, melanzane, peperoni, zucchine di campo, che ora cominciano a comparire sui banchi del mercato.

La seconda domanda: chi ha l'ha detto che i falsi sono sempre peggiori degli originali? Ci sono falsi d'autore bellissimi e altri che hanno ingannato i più esperti (vogliamo ricordare le teste di Modigliani?). In cucina preferisco in linea di massima l'originale, soprattutto nei piatti tradizionali come le lasagne o la parmigiana, ma proprio per sfatare il mito del falso di cattiva qualità, ecco a voi una ricetta di parmigiana falsissima ma che ha veramente un suo perché.

Vi propongo infatti una finta parmigiana con le melanzane cotte al forno e con tanta, tanta mozzarella. Niente di speciale, forse, direte voi, invece si tratta di una ricetta giornaliera, leggera e gustosissima, che può trasformare un pranzo incolore e banale.
Per una teglietta di finta parmigiana che può sfamare 4 persone vi serviranno:
2 melanzane grosse (vanno bene sia le nere che le viola)
salsa di pomodoro senza soffritto
una grossa mozzarella fior di latte
parmigiano grattugiato
foglie di basilico
olio evo, sale, pepe

Per prima cosa preparate la salsa versando insieme i pelati, un piccolo pezzo di cipolla, olio, sale e un pizzico di zucchero. Fate cuocere per 10 minuti coperto, poi frullate e aggiungete il basilico tagliato con le mani.
Tagliate le melanzane a fette della grossezza di 1 cm circa, sistematele in un solo strato sulla placca del forno, ungetele con poco olio e salate leggermente, poi fatele cuocere a 200° per circa 20 minuti.
Tagliate la mozzarella a fette e asciugatela con carta assorbente.
Nella teglietta sistemate uno strato leggero di salsa, poi alternate fette di melanzana e di mozzarella, condite con la salsa e le foglie di basilico e spolverizzate con il parmigiano. Fate cuocere in forno caldo a 200° per circa 15 minuti e poi lasciate riposare altri 10 prima di servire.

Non storcete il naso, assaggiate prima, poi mi saprete dire.



lunedì 27 maggio 2013

Resistere, resistere, resistere!



Resistenza! Non ditemi che avete iniziato la dieta del lunedì perché oggi Cookinglaura vi cambia i giochi! Il lunedì vi meritate una splendida crostata di crema e fragole! Siete recalcitranti? Volete resistere a tutti i costi? E allora date un'occhiata alle foto e cambierete subito idea.
La crostata di crema e fragole per me è il simbolo della primavera e, visto il meteo di questi giorni, bisogna farla arrivare in qualche altro modo....

La base è di frolla croccante e friabile, la crema è aromatizzata alla vaniglia (vera) e le fragole sono solamente adagiate, tagliate a pezzi né troppo piccoli, né troppo grandi. Come poter resistere?
Per la frolla, seguite sempre le semplici regole che vi ho già dato: 200 gr di farina necessitano di 100 gr di burro, 100 di zucchero (meglio se fine o addirittura a velo) e 1 uovo intero o 2 tuorli. E' un modulo che si ripete sempre uguale nelle proporzioni. Lavorate velocemente la pasta (nel mixer è meglio) e fatela riposare in frigo. Preparata dal giorno prima è anche meglio. Stendetela con il mattarello, adagiatela nella tortiera, bucherellatela con una forchetta e fatela cuocere per 20' circa a 180°, coperta con un foglio di carta forno e un peso (può essere anche un'altra teglia un po' più piccola) che toglierete dopo i primi 10'.

Per la crema: mescolate velocemente (senza montare) 4 tuorli con 120 gr di zucchero, 65 gr di farina e i semini di vaniglia, aggiungete 1/2 lt di latte anche freddo e fate cuocere finché non si addensa, arrivando a bollore per evitare che resti il sapore della farina cruda. Fate raffreddare e conservate la crema in frigo.
Due ore circa prima di servire, riempite il guscio di frolla con la crema, coprite con le fragole tagliate a pezzi e alcune foglioline di menta e spolverizzate di zucchero a velo.
E ora provate a resistere, se ci riuscite.

domenica 19 maggio 2013

W la crisi! (ovvero, il pranzo ai tempi della crisi)



Tempi di crisi, tempi di recessione. Ormai il refrain è questo. Al telegiornale, al bar, nelle piazze non si sente dire altro e, in effetti, abbiamo visto tutti tempi migliori. Per questo io credo che si debba ripensare parte del nostro vivere e cercare dei modi più semplici nelle abitudini quotidiane. Questo non vuol dire per forza rinunciare a quello che ci piace, ma magari "tagliare" da una parte per poter soddisfare i nostri desideri dall'altra.
Anche in cucina mi piace fare delle scelte di vita. Come già sapete, scegliere ingredienti di stagione vi consente un grosso risparmio, così come preparare alcune cose in casa (marmellate, pane, coltivare le erbe o preparare un piccolo orto).
Ma oggi vi voglio proporre un menu quotidiano semplice ed economicissimo, circa 2.10 euro a persona per un pranzo completo. Non ci credete?  Sentite qui. Si tratta di una profumatissima minestra e di morbide polpette speziate, cotte alla piastra e servite con insalata e  una salsa freschissima.

Ecco le ricette: minestra di patate e finocchietto selvatico e polpette alle erbe con insalata mista e tzakiki (salsa di yogurt r cetriolo).
Ed ecco le dosi e i relativi costi, tutto per 4 persone.
500 gr di patate medie - 0.50 euro
cipolla - 100 gr - 1.50 euro
finocchietto selvatico - nei campi!
acqua, sale, olio

Fate soffriggere la cipolla tritata in due cucchiai di olio per 1', poi aggiungete le patate tagliate a dadini piccoli e metà del finocchietto anch'esso tritato. Fate insaporire per 1', poi aggiungete 700 ml di acqua e fate bollire dolcemente per 30', poi frullate leggermente con il minipimer e aggiungete un altro po' di finocchietto tritato alla fine.

Per le polpette:
500 gr di carne macinata di manzo - 5 euro
trito misto di erbe (maggiorana, timo, erba cipollina, basilico) - nei vasi coltivati da voi!
lattuga romana - una piccola - 0.50 euro
carote - 3 medie - 0.20 euro
cetriolo - 1 medio - 0.50 euro
menta - sempre nei vostri vasi!
yogurt bianco - 1 vasetto - 0.40 euro
sale, olio

Mescolate la polpa di manzo tritata con le erbe tritate e sale, poi formate delle polpette allungate da arrotolare sui bastoncini di legno. Preparate la salsa mescolando yogurt, cetriolo tritato, menta e sale. Preparate l'insalata e conditela a vostro piacimento. Cuocete le polpette nella piastra (possibilmente di ghisa) ben calda, girandole diverse volte. Dovranno essere ben croccanti all'esterno ma ancora morbide e un po' al sangue all'interno. Servitele ben calde con il condimento e l'insalatina.
Costo totale del pranzo: 8.60 euro!
Se questo è il risultato, W la crisi!

sabato 11 maggio 2013

L'asino di Buridano




Conoscete la storia dell'asino di Buridano?  E' la storia di un asino che, indeciso nello scegliere tra due blocchi di fieno e due secchi d'acqua, morì di fame. Semplicisticamente, se li avesse mangiati tutti e due, forse sarebbe incorso solo in una "pancite", come la chiama mio figlio piccolo. Ma si sa, i filosofi non hanno gran senso dell'umorismo.
Guardate le foto di questi mini antipasti. Quale scegliereste? Ovviamente non dovrete morire di fame nell'incertezza della scelta, anche perché le dimensioni non riuscirebbero certo a sfamarvi. Per questo vi suggerisco di provarli tutti e tre! Il primo è un gambero saltato con crema leggera di avocado, il secondo una tartare di gamberi all'ananas,il terzo un gazpacho con cozze.

Cominciamo con il primo: crema leggera di avocado e gamberi saltati. Questi gli ingredienti per 4 persone.
8 gamberi di media grandezza
1 avocado maturo
10 gr di cipolla fresca
1 limone
sale, pepe, olio
Frullate la polpa di avocado con la cipolla e il succo di mezzo limone. Salate e mettete da parte. Sgusciate i gamberi lasciando la testa attaccata e fateli saltare in padella con poco olio, sale  e pepe (1 minuto in tutto). Sistemate la crema di avocado nei finger e adagiatevi sopra il gambero una volta raffreddato. Mettete in frigo fino al momento di servire (ma no preparatelo con troppo anticipo altrimenti l'avocado diventerà nero).

Per la tartare di gamberi all'ananas:
200 gr di gamberi freschi
1 piccolo pezzo di zenzero (circa 20 gr pelato)
50 gr di ananas
20 gr di carota e 20 di sedano (la parte bianca) 
10 gr di cipolla fresca
erba cipollina
limone
olio, sale e pepe
Tagliate tutte le verdure e l'ananas in piccolissima dadolata (brunoise), sgusciate i gamberi , eliminate il budellino nero e tagliateli a piccoli pezzi. In una ciotola mescolate tutti gli ingredienti e condite con poco olio, due cucchiaini di succo di limone, sale e pepe. Sistemate la tartare sui piattini aiutandovi con un coppapasta e decorate con un filo di erba cipollina.

E infine il gazpacho con le cozze:
16 cozze
100 gr di peperone
100 gr di cetriolo
200 gr di pomodoro spellato
50 gr di cipolla fresca
aceto di vino bianco
tabasco
sale
Fate aprire le cozze in padella senza aggiungere niente, poi sgusciatele. Frullate tutte le verdure con due cucchiai di aceto e tre di olio, aggiungendo poca acqua per ammorbidire la consistenza. Dovrà essere cremoso, non importa se sarà leggermente granuloso. Regolate di sale e tabasco (o peperoncino) e versate nei bicchierini, decorando con le cozze.
Servite prima la tartare, poi la crema di avocado e il gazpacho per ultimo. Così i vostri ospiti non resteranno nell'incertezza di quale scegliere per primo!

lunedì 6 maggio 2013

Vegetariani e contenti



Vi sono piaciuti gli spaghetti con le polpette? Ma non credo che chi non mangia carne li abbia potuti apprezzare.
Faccio una mia riflessione assolutamente personale sul vegetarianesimo. Premetto che io non lo sono. Non sono portata per le limitazioni culinarie e sono una grande curiosa di tutto. Quando ero bambina strinavo la cacciagione, aiutavo mio babbo a sezionare agnelli e porchetti (e tutt'oggi lo so fare bene, come un macellaio provetto), pescavo i gamberetti e li mangiavo vivi o tagliavo in due i granchi incavolati neri per metterli nel sugo. Alcune di queste cose le faccio ancora senza pensarci molto (poveri granchi in mano mia....), altre ci riesco meno, come per esempio maneggiare la carne di agnello o di porchetto. Ma non ho la vocazione del vegetariano, come nessuno in casa mia. Mi piace molto però sperimentare ricette vegetali che siano appetitose, perché ritengo comunque che il consumo di carne vada limitato per non gravare troppo sull'ambiente.
Quindi le polpette che vi propongo oggi sono assolutamente VEG e sono BUONISSIME, credetemi! Un  mito da sfatare è che la cucina vegetariana sia triste o monnotona. Guardate come sono belle...
Si tratta di polpettine di ceci al cumino, servite con insalatina di stagione e tzakiki, la salsa di yogurt greco al cetriolo. Inoltre questa ricetta è semplicissima e velocissima, vi serviranno pochi ingredienti:
1 barattolo di ceci lessati
un ciuffetto di sedano (quello che spesso si butta, voi non fatelo mai!)
1 uovo intero
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di pane grattugiato
sale, pepe
cumino 1 cucchiaino
olio evo 3 cucchiai

Per la salsa tzakiki:
2 vasetti di yogurt greco
1 cetriolo medio
erba cipollina e menta
insalata mista

Preparate le polpettine: mettete nel mixer i ceci, l'uovo, il pane e il parmigiano, le foglie di sedano, sale e pepe, amalgamate alla massima potenza e formate delle polpette grandi come una grossa nocciola. Fatele riposare in frigo per alcune ore. Preparate la salsa mescolando allo yogurt il cetriolo tagliato in piccoli dadini, l'erba cipollina e la menta tagliata con le forbici e un pizzico di sale. Mettete anche la salsa in frigo.
Quando siete pronti per cenare, fate scaldare l'olio e il cumino in una padella antiaderente e fatevi rosolare le polpettine per 5 minuti facendole rotolare continuamente con il movimento della padella (non usate cucchiai di legno o utensili per non rovinarle). Quando sono dorate, servitele con l'insalata e lo tzakiki.
E ora sfido chiunque a dirmi che si tratta di un piatto triste.

giovedì 25 aprile 2013

My spaghetti with meatballs


Oggi mi voglio dare al cinema, una delle mie passioni insieme alla cucina. Avete mai visto il film "Ti amerò fino ad ammazzarti?", dove una moglie tenta di avvelenare il fedifrago marito italoamericano (uno strepitoso Kevin Kline)  con un'abnorme porzione di spaghetti con polpette avvelenate? A me fa ridere da morire, soprattutto le scene in cui William Hurt e Keanu Reeves in veste di killer tossici tentano di uccidere lo sventurato marito combinandone di tutti i colori. Se non l'avete visto, fatelo, ne vale la pena.
Ma il film mi serve solo come spunto per presentarvi la mia ricetta di spaghetti with meatballs, Spaghetti con le polpette, piatto più americano che italiano ma che, secondo me, ha un suo perché.

Ci sono delle regole che dovete seguire per preparare questo piatto che sa molto di pranzo della domenica: dovete preparare voi le polpette. Mi raccomando, ne va della bontà!
Vi suggerisco di prepararne in abbondanza e surgelarle pronte per l'uso, io faccio sempre così e ne tengo sempre una scorta nel freezer.
Questi gli ingredienti:
500 gr di carne macinata (potete usare quella che preferite, manzo, maiale o mista, io preferisco quest'ultima)
150 gr di pane grattugiato ammollato in 150 ml di latte
50 gr di parmigiano grattugiato
2 uova
sale
Questa è la ricetta base, se volete potete aggiungere 50 gr di mortadella o prosciutto crudo e del prezzemolo ma se mio figlio piccolo vede qualcosa di verde in qualsiasi posto mi fa uno scandalo, quindi cerco di evitare accuratamente! Altro suggerimento: mettete tutti gli ingredienti nel mixer a lame e fate andare velocemente, avrete un composto omogeneo e ben amalgamato. Formate poi le polpette della grandezza che preferite, quelle della foto sono medie, ma ne faccio sempre un contenitore di piccolissime, come noccioline, pronte per essere utilizzate in uno sformato o sempre al sugo.

Una volta pronte le polpette, preparate il sugo. Prendete una latta di pelati da  gr, mettetela in una pentola a crudo insieme a un piccolo pezzo di cipolla, sale, un cucchiaino di zucchero e 3 cucchiai di olio evo e fate cuocere a fuoco medio coperto per 10 min. A questo punto togliete dal fuoco e frullate tutto con il minipimer, rimettete sul fuoco e fate cuocere ancora per 5 minuti, poi immergetevi le polpette distanziandole tra loro e facendo in modo che siano completamente coperte dal sugo. Coprite, fate cuocere almeno 10 min. e solo allora mescolatele delicatamente (se lo farete prima rischierete di fare il ragù!). Questa è la versione "light" della ricetta, ma è ottima, credetemi. Comunque, se volete restare sul classico, potete anche friggere le polpette prima di immergerle nella salsa bollente. Solo a fuoco spento aggiungete abbondante basilico.
Per completare, dovrete solo cuocere gli spaghetti e condirli con salsa, polpette e parmigiano grattugiato.
E poi, accendete la televisione e guardatevi "Ti amerò fino ad ammazzarti" o Big Night". Ma il timballo è un'altra puntata....

mercoledì 10 aprile 2013

E' l'ora dell'aperitivo




Adoro gli antipasti! Soprattutto monoporzione e da prendere con le mani. Più che antipasti, sono stuzzichini da mangiare come aperitivo, prima di iniziare una cena con i fiocchi.
A me piace però evitare le solite olive o patatine, ma preferisco servire dei finger monoporzione, dall'aria ricercata ma più semplici di quanto non sembrino. Come quelli che vi propongo oggi, che sono sicura vi piaceranno da morire!

Il primo è un finger di calamaro appena scottato (ricordate che la tenerezza del calamaro è inversamente proporzionale alla durata della cottura, anche se spesso si pensa il contrario!), servito su un crostino di pane di grano duro e una crema di pomodorini al forno. Tutto da preparare in anticipo e senza patemi d'animo.
Per quattro persone, prendete un  calamaro medio-grande e pulite la sacca (conservate i tentacoli per un sugo), tagliandola per il lungo in otto striscioline che farete marinare per circa 1 ora in olio, aglio a fettine, peperoncino ed erba cipollina o altra erba come prezzemolo o maggiorana.
Fate tostare otto quadrati di pane della stessa grandezza, siate precisi, e mettetele da parte. Spellate mezzo kg di pomodorini cherry dopo averli buttati per 40 secondi in acqua bollente (bollente, non calda). Apriteli, privateli dei semi, tritateli grossolanamente e conditeli con un cucchiaino di zucchero, sale, pepe e maggiorana, poi infornateli a 180°per 20 minuti. Togliete i calamari dalla marinata e scottateli 30 secondi per lato su una padella antiaderente ben calda.
Per montare il finger, mettete un poco di paté di pomodorini sul pane, infilzate il calamaro su un bastoncino e sistematelo in piedi sul pane, decorando con una foglia di rucola.Questo è il primo.

Vi piace il secondo? Si tratta di piccoli involtini primavera ripieni di cozze, prezzemolo e formaggio dolce. Prendete un kg di cozze e fatele aprire in una padella con un coperchio, poi sgusciatele e fatele raffreddare. Tagliate a cubetti piccoli del formaggio a pasta morbida (per i followers sardi, tipo Dolcesardo, per i continentali , va bene della scamorza non affumicata) e preparate delle foglie di prezzemolo. Usando la pasta per wanton, mettete al centro due o tre cozze, altrettanti cubetti di formaggio e alcune foglie di prezzemolo, poi chiudete con la tecnica degli involtini primavera. Se non li avete mai fatti, guardate il video del mio post di luglio 2010 "Gli involtini primavera di Wendy" per imparare con una maestra d'eccezione (che non sono io....). Una volta preparati, friggeteli in olio di arachide e serviteli ancora caldi.
Sono arrivati gli ospiti? E allora... Benvenuti!